Don Pasqualino di Dio

La raccomandazione di Francesco è stata chiara: portare l’immagine nelle chiese, nelle piazze e nelle case del mondo fino al 2033, anno giubilare in cui si celebreranno i duemila anni della Redenzione, passando per il Giubileo ordinario del 2025. È questa la missione affidata dal Papa ai volontari e agli assistiti della Piccola Casa della Misericordia di Gela, quando li ha incontrati all’inizio dello scorso novembre per benedire l’icona della Peregrinatio Misericordiæ, destinata a girare a tutte le latitudini.

Voluta dai poveri e dai volontari della Piccola Casa della Misericordia per commemorare il 25.mo di fondazione della Fraternità Apostolica della Misericordia e il 10.mo anno della Piccola Casa della Misericordia di Gela, l’icona è stata realizzata seguendo le regole dell’antica tecnica bizantina e utilizzando i materiali canonici, così come i manuali prescrivono, aggiungendo nella lavorazione alcune reliquie dei Santi della Misericordia, tra cui – oltre a  san Giovanni Paolo II e santa Faustina Kowalska, anche santa Teresa del Bambino Gesù, santa Teresa di Calcutta e il beato Carlo Acutis.

La scelta della prima domenica dopo Pasqua fatta da Giovanni Paolo II nel Duemila ha un suo profondo senso teologico: indica lo stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la festa della Misericordia che chiude l’Ottava di Pasqua. Gesù aveva indicato a santa Faustina il modo di celebrare la festa chiedendo che, il quadro della Divina Misericordia, fosse quel giorno solennemente benedetto e pubblicamente venerato. “In quel giorno – è stata la promessa – chi si accosterà alla sorgente della vita questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene (…) Nessuna anima abbia paura di accostarsi a Me anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto”.

Nel 2013, Papa Francesco ha chiesto a don Pasqualino di Dio di fondare la Piccola Casa della Misericordia. Grazie al lavoro dei volontari sono state avviate diverse attività solidali dall’Associazione “Dives in Misericordia, Aps Onlus” e dalla Cooperativa sociale “Raphael”, dal centro d’ascolto alla distribuzione di pacchi alimentari e di vestiario, una mensa, un dormitorio, un ambulatorio medico e altre iniziative. In una lettera autografa inviata a don Pasqualino, Papa Francesco definisce la Piccola Casa della Misericordia “un faro di luce e di speranza nel buio della sofferenza e della rassegnazione”. E nell’udienza privata del 6 novembre 2023 ai 300 pellegrini gelesi aveva detto ancora: “Si vede che vi siete lasciati provocare e inquietare dai bisogni dei fratelli e delle sorelle che Dio ha posto sul vostro cammino, specialmente degli ultimi, dei più bisognosi”. In questo tempo di incertezze tra pandemia e guerre, rimbombano fortemente le parole di Gesù misericordioso affidate allora alla mistica polacca: “L’umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia”.