Asprenas 2016 – 1/4

EDITORIALE

Il rapporto tra il Primo e Nuovo Testamento, il dialogo tra filosofia e teologia oggi, la ricerca di un’etica ambientale per tutti, la giustizia umana nella vita di ogni persona, la visione dell’aldilà e la concezione della morte nel mondo greco e persiano, come pure il rapporto tra religione e ragione in Kant, sono alcuni degli argomenti trattati in questo volume unico di Asprenas che apre gli orizzonti del lettore a una conoscenza più approfondita della realtà che ci circonda e del nostro stare al mondo, favorendo un abbondante materiale bibliografico attraverso recensioni e schede di libri pubblicati di recente. 
L’overture è affidata a Lorenzo GASPARRO il quale, in uno studio ben mirato, prova a trattare il rapporto tra il Vangelo secondo Marco e le Sacre Scritture d’Israele. Anche se in questo libro non ci sono citazioni dirette del Primo Testamento con una formula di compimento, ciò non vuol dire che il Secondo Vangelo sia privo di riferimenti alle Scritture del popolo eletto. L’evangelista in discussione, infatti, pone tutto il suo racconto sotto l’egida della realizzazione delle Scritture, lasciando alla narrazione, al vocabolario e alle immagini il compito di suggerirlo. È interessante notare come i primi autori cristiani avessero già realizzato e appreso lo stretto legame tra i due Testamenti. Ciò favorisce una lettura sempre più contestuale del pensiero e della missione di Gesù e della comunità primitiva. Alberto SARTORI, invece, ha dedicato uno studio a quella dimensione dialettica e speculativa che ha sempre caratterizzato la produzione teologica di Bruno Forte, oggi arcivescovo di Chiesti-Vasto, già docente della nostra Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, le cui pubblicazioni e ricerche hanno avuto una vasta diffusione in tutto il mondo e in più lingue. L’articolo analizza, in modo particolare, le fonti a cui attinge il teologo napoletano e il superamento di alcune prospettive filosofiche presenti in Schelling, Heidegger e Lévinas. La rigorosa formazione filosofica e teologica di Forte si apre al Mistero della rivelazione in Cristo, la forma concreta di Dio nella storia. 
Carlo BORASI riprende una questione fondamentale a proposito dell’etica ambientale: quale volto darle? Si è alla ricerca di un fondamento metaetico. Dopo aver esaminato le diverse posizioni di tipo antropocentrico e anti-antropocentrico, è presa in considerazione la concezione giudaico-cristiana che appare molto esigente per la custodia del creato. Il rispetto dell’ambiente, la difesa del creato e la valutazione delle risorse energetiche e dei consumi da parte dell’umanità devono fare i conti con il tasso d’inquinamento sempre più elevato e con la salute dell’uomo. Una riflessione etica, in relazione, però, alla comunicazione, è presente nella nota critica di Aniello PIGNATARO che insiste sull’aspetto della responsabilità nel linguaggio e nella trasmissione di contenuti all’interno di un’informazione sempre più globale. Edoardo CIBELLI presenta uno studio sulla nozione di giustizia in Bernard Lonergan e cerca un dialogo con le nuove acquisizioni delle neuroscienze in rapporto al comportamento umano. Ci chiediamo se le grandi riflessioni sull’ambiente, il creato, la giustizia umana, il dolore innocente, il male, non debbano aiutare la nostra società a interpretare nel migliore dei modi certe tragedie e morti annunciate, come quelle avvenute negli ultimi mesi nel Centro dell’Italia per il devastante terremoto, che hanno come autore non Dio bensì l’uomo negligente e irresponsabile, e che presentano alla base strutture e modi di pensare deviati dalla corruzione e dall’opportunismo. 
È molto stimolante lo studio, a carattere filologico e storico-religioso, di Ezio ALBRILE sulla morte e l’aldilà nell’iranismo e nell’ellenismo: sono approfondite alcune concezione tanatalogiche che il mondo islamico e lo stesso Corano hanno recepito dall’Oriente. 
La nota critica di Eugenio BASTIANON è dedicata al rapporto tra fede e ragione in Kant secondo una prospettiva ermeneutica. La riflessione kantiana sulla religione affronta aspetti antropologici, cristologici e interpretativi che non sempre sono stati sviluppati nella storiografia. Per Kant, Gesù è la perfezione del sistema “uomo-Dio”. La presenza di Cristo nei poveri è riportata alla luce nella nota critica che Lorella PARENTE dedica alla figura del beato Giacomo Cusmano (1834-1888) il cui vissuto di fede e umano è carico di spessore teologico. 
Di grande attualità la sezione Rassegne&Figure che riporta il resoconto di tre importanti eventi culturali ed ecclesiali. Il primo, curato da Roberto DELLA ROCCA, è dedicato agli autori cristiani e a quei testi biblici dichiarati “scomodi”. Sono qui ripresi i risultati dell’incontro degli studiosi dell’antichità cristiana promosso dall’Augustinianum di Roma. Il secondo, in pieno tema giubilare, riguarda la liturgia come luogo della misericordia. 
Giuseppe FALANGA presenta i contenuti più importanti delle relazioni tenute in occasione della 67ª Settimana Liturgica Nazionale: il Vangelo della misericordia è Gesù Cristo, il Crocifisso-Risorto. Il terzo resoconto è affidato Michele GIUSTINIANO che ha partecipato come nostro inviato al convegno ecumenico organizzato dalla Cei a Trento su Cattolici e Protestanti a 500 anni dalla Riforma, uno sguardo comune sull’oggi e sul domaniL’ecumenismo, come pure un certo stile misericordioso, ha ribadito papa Francesco in più occasioni, è la nostra carta d’identità, lo statuto del vero discepolo nel suo rapportarsi agli altri nel mondo. È chiaro che il desiderio dell’unità tra i cristiani, il cammino di conversione di tutte le Chiese e la ricerca del bene comune tra popoli e comunità immettono ciascuno di noi in un atteggiamento di cambiamento non sempre facile ma comunque necessario che ci porta a vedere la giustizia come il frutto della misericordia e la misericordia stessa come bisogno di custodire l’altro – il nostro prossimo, il fratello – sempre nel bene, nella vita. Vale la pena ricordare che, nella lettera apostolica Misericordia et misera (20-11-2016), al termine del Giubileo straordinario, papa Francesco afferma che la misericordia «non può essere una parentesi nella vita della chiesa, ma costituisce la sua stessa esistenza, che rende manifesta e tangibile la verità profonda del Vangelo. Tutto si rivela nella misericordia; tutto si risolve nell’amore misericordioso del Padre» (n. 1).

LUIGI LONGOBARDO