Francesco De Mura, Adirazione dei pastori, XVIII secolo, olio su tela,
Chiesa di San Nicola alla Carità, Napoli

Carissimi Colleghi, Cari Studenti

in questo periodo di gioia e contemplazione, vorrei condividere con voi gli auguri più affettuosi per un Natale pervaso dalla pace e dalla luce divina, e per un 2024 ricco di benedizioni e realizzazioni.

 

“Cristo è il volto della misericordia del Padre,” (Giovanni Paolo II “Misericordia Dei“).

È chiaro il richiamo potente alla natura amorosa e compassionevole di Cristo, incarnazione della misericordia divina nel mondo. Attraverso la nascita di Gesù, possiamo contemplare il profondo amore del Padre Celeste per ciascuno di noi. Durante questo Natale non perdiamo l’occasione di riflettere sull’importanza della solidarietà, dell’amore e della generosità verso il prossimo, ispirati dal dono immenso che è la nascita di Gesù Cristo.

L’essenza di questo periodo è la generosità di cuore, la compassione e la gioia di condividere con gli altri. È un momento per riflettere sull’importanza di essere vicini a coloro che amiamo e di estendere una mano amica a chi ha bisogno.

 

“La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno per le cose come sono e il coraggio di cambiarle” (Agostino d’Ippona “De Civitate Dei”).

La nascita di Gesù ha portato all’umanità il dono della Speranza. Riflettere sulla natura della speranza, evidenziando come essa sia alimentata da due componenti fondamentali: uno sdegno costruttivo verso la realtà attuale e il coraggio necessario per attuare il cambiamento.

La Speranza non è un sentimento passivo, ma una forza attiva che scaturisce dall’insoddisfazione verso le situazioni in cui ci troviamo e la voglia di cercare e offrire nuove possibilità alla vita che viviamo. L’indignazione può essere uno stimolo per cercare miglioramenti sia nella nostra vita personale che nelle situazioni in cui ci troviamo che più in generale nella società. Tuttavia, per trasformare questa indignazione in azione, è richiesto il coraggio di agire, di lottare per il cambiamento e di perseguire ciò che è giusto e benefico qualunque sia il prezzo da pagare o le rinunce da fare.

Accogliere il nuovo anno con questa prospettiva può essere un modo potente per iniziare, poiché ci incoraggia a non accontentarci delle circostanze attuali, ma piuttosto a essere motivati a migliorare e a creare un impatto positivo nelle nostre vite e nelle comunità in cui viviamo.

Agostino ci insegna quindi che la speranza non è un’aspettativa passiva, ma una forza attiva che richiede passione, determinazione e coraggio per trasformare i nostri desideri di miglioramento in azione concreta.

Con questo spirito, possiamo abbracciare il nuovo anno come un’opportunità per cercare il cambiamento, coltivare la speranza e lavorare insieme per un futuro migliore.

 

Ai colleghi, custodi della luce dell’educazione,

vorrei esprimere il mio più profondo apprezzamento per il loro impegno instancabile nell’essere custodi della luce dell’educazione. Siete come guide che, seguendo l’esempio di Gesù, trasmettono con umiltà e passione il gusto per il sapere, diffondendo la luce che illumina le generazioni.

Gesù stesso, oltre che essere una fonte di saggezza e compassione, ha rappresentato un modello di insegnamento umile e autentico. Egli ha usato parabole e gesti semplici per trasmettere insegnamenti di profondo significato, mostrando una comprensione e una pazienza senza pari. Questo esempio di umiltà nel condividere conoscenza e saggezza è un faro per tutti coloro che si dedicano all’educazione.

Voi, come educatori, svolgete un ruolo simile nel plasmare il futuro. Condividete non solo nozioni, ma valori etici, stimolando la curiosità e la passione per l’apprendimento. La vostra umiltà nel trasmettere il sapere e la vostra dedizione nel nutrire la luce dell’istruzione influenzano non solo il presente, ma anche il futuro delle generazioni.

La vostra capacità di essere fonti luminose di conoscenza, di aprire le menti e di nutrire la passione per il sapere è inestimabile. Il vostro impegno nell’inculcare il gusto della scoperta e dell’apprendimento è fondamentale per l’evoluzione e la crescita delle nuove generazioni.

Vi ringrazio per la vostra costante dedizione nel plasmare menti e cuori, nella speranza che il vostro esempio di umiltà e passione continui a essere una guida luminosa i nostri studenti.

 

Agli studenti, protagonisti del viaggio della conoscenza,

desidero ricordare l’importanza di riflettere sul Mistero dell’Incarnazione, un mistero profondo che richiede più di una semplice comprensione intellettuale. Vi invito a considerare la penetrazione del mistero attraverso la contemplazione come una condizione essenziale per una vera conoscenza dell’incarnazione.

L’incarnazione è un mistero che supera la comprensione razionale. È un concetto che va al di là delle parole e dei concetti ordinari. Per comprendere appieno questo mistero, è necessario aprirsi alla contemplazione, che significa andare oltre la superficie delle cose e immergersi profondamente nella sua essenza.

La contemplazione non è solamente un atto di riflessione silenziosa, ma piuttosto un’esperienza interiore che richiede apertura, umiltà e disponibilità ad accogliere la verità che va oltre la nostra comprensione immediata. È attraverso la contemplazione che possiamo avvicinarci al mistero dell’incarnazione in modo più profondo, permettendo al cuore di percepire ciò che la mente da sola potrebbe non cogliere.

Per afferrare veramente il significato dell’incarnazione, vi invito a cercare la profondità di questo mistero attraverso momenti di silenzio e di meditazione, lasciando che la vostra interiorità entri in contatto con la grandezza e la profondità di questo evento straordinario.

La vera conoscenza dell’incarnazione non si limita alla comprensione intellettuale, ma coinvolge l’intero essere umano, mente, cuore e anima. Attraverso la contemplazione, potete scoprire strati di significato e verità che vanno oltre la superficie e che possono arricchire profondamente la vostra comprensione di questo mistero così grande.

Vi incoraggio, dunque, a non limitarvi alla ricerca di conoscenza superficiale, ma a penetrare nel mistero dell’incarnazione attraverso la contemplazione, affinché possiate cogliere la ricchezza e la profondità di questo evento straordinario che continua a influenzare e a trasformare il mondo.

 

Carissimi, concludo questa riflessione con gli auguri più sinceri affinché questo periodo natalizio sia davvero un momento di gioia e serenità nelle nostre vite. Possa il nuovo anno portare con sé l’opportunità per ciascuno di noi di essere protagonista del cambiamento che stiamo costruendo insieme.

Con l’augurio che il dono della nascita di Gesù porti luce nelle nostre vite, vi auguro un periodo di festa colmo di serenità e di condivisione!

 

Prof. Antonio Foderaro

Decano